Liquore Haba Choco

Per questa ricetta deliziosadobbiamo ringraziare il carissimo amico Paolo Tesco. Questo liquore è ottimo per concludere una cena con gli amici, o come corroborante nelle fredde giornate invernali !

Ingredienti :

2 habanero chocolate 

150grammi di cacao amaro

500 grammi di zucchero

1 litro e 1/2 di latte ( intero o parziamente scremato io ho usato il parzialmente scremato )

300 ml di alcool puro 95%

un pezzetto di cannella polverizzata

Procedimento

Mettere gli habanero con l ‘alcool 95% in una bottoglia di vetro sterilizzata e lasciare macerare per circa 10 giorni
…………. poi

Versare in un recipiente lo zucchero ed il cacao insieme ad 1/2 litro di latte e amalgamare il tutto, avendo cura di sciogliere eventuali grumi. Versare in una pentola alta e portare ad ebollizione, aggiungendo gradualmente il resto del latte. Lasciare cuocere a fuoco lento per altri 15 / 20 minuti, mescolando di continuo.

Una volta pronto, lasciare che diventi tiepido e solo allora aggiungere l’alcool. Versare in una bottiglia, preferibilmente di vetro, e mettere in frigo.

non resta che attendere che si freddi….




Tutto quello che avreste voluto sapere per fare l’olio piccante. (ma non avete mai osato chiedere)

Quest’articolo vuole fare informazione sui rischi che si corrono nel fare l’olio piccante in casa, senza le dovute accortezze. Spesso sento in giro e leggo sul web metodi casalinghi per la realizzazione di olio piccante usando peperoncini freschi lavati e messi sott’ olio senza nessun processo che, elimina o abbassa drasticamente il pericolo del BOTULINO.

Aspetti epidemiologici

In Italia, l’ultima importante epidemia di botulismo si è verificata nel 1996, quando decine di persone sono state ricoverate in diversi ospedali con evidenti sintomi di botulismo. La causa, poi accertata con diagnosi microbiologiche, è stata attribuita a una partita di mascarpone prodotta da uno stabilimento del Nord del paese. Il mascarpone è ampiamente utilizzato nella preparazione del tiramisù, uno dei dolci più popolari, e infatti la maggior parte dei pazienti è stata ricoverata proprio dopo aver mangiato questo dolce.

Grazie alla tradizione di preparazione domestica di conserve, tuttavia, il botulismo alimentare rimane in Italia un problema di sanità pubblica, con una media di 20-30 casi segnalati ogni anno. Secondo i dati del ministero della Salute, dal 1996 al 2006 si sono verificati circa 300 casi di botulismo alimentare nel nostro Paese.

La percentuale e molto bassa direte voi, ma a quelli che è successo è come fosse successo a tutti 😉 MEDITATE

Come prima cosa vediamo cos’è il Botulino.Il botulino (Clostridium botulinum) è un batterio anaerobico che può contaminare gli alimenti rendendoli particolarmente pericolosi per la salute umana.

L’ingestione di questi cibi provoca un’intossicazione severa, nota come botulismo e caratterizzata da un quadro clinico specifico. Dopo un periodo di incubazione (12-48 ore fino a 8 giorni nei casi eccezionali) compaiono sintomi come nausea, vomito, diarrea e forti dolori muscolari; seguono importanti problemi neurologici, secchezza delle fauci e delle vie respiratorie, alterazioni visive, disturbi della fonazione e della deglutizione.

Il rapido aggravamento delle già precarie condizioni generali può portare a morte per paralisi respiratoria e conseguente asfissia. (fonte)

Vediamo 4 metodi per la realizzazione di olio piccante

1° metodo peperoncini freschi + olive per olio/ Lunga conservazione dell’ olio ottenuto = questo metodo non è attuabile a casa perchè necessita che i peperoncini vengano aggiunti durante la molitura delle olive direttamente al frantoio e successivamente subisca tutto il processo per ottenere un ottimo olio. Professionisti del settore utilizzano questo metodo con eccellenti risultati.

 

 2° Metodo peperoncini secchi + olio EVO/ Lunga conservabilità dell’olio ottenuto . Questo è il metodo più sicuro per realizzare un olio piccante di tutto rispetto a casa propria. Procedimento: I peperoncini devono essere fatti essiccare o in essiccatore a 35/37 gradi max fino a che non si sbriciolano oppure in luogo ventilato e in ombra. Dopo di che vengono sminuzzati ed introdotti in olio evo di buona qualità per un periodo più o meno lungo (minimo 30gg), in luogo fresco. Successivamente io filtro i peperoncini per una questione di conservabilità maggiore, ma si possono anche lasciare METODO ESENTE DA BOTULINO solo se i peperoncini sono ESTREMAMENTE SECCHI

3° Metodo peperoncini freschi + olio EVO/ NESSUNA conservabilità (l’olio ottenuto va consumato immediatamente) Prendere un pentolino e far scaldare dell’olio EVO a 45/50 gradi ed introdurvi dei peperoncini a scelta lavati asciugati e sminuzzati. Lasciare i peperoncini nell’olio per 10/15 minuti mantenendo la temperatura e girandoli spesso. Una volta effettuata questa operazione si può filtrare i peperoncini ed utilizzare l’olio oppure lasciarli dentro ed utilizzare. L’olio così ottenuto NON VA CONSERVATO.

 

4° Metodo Fare peperoncini sott’olio come descritto in QUESTA mia ricetta ed utilizzare sia l’olio che  i peperoncini. OTTIMA CONSERVABILITA’ E, SE ESEGUITO CORRETTAMENTE, RISCHIO BOTULINO QUASI ASSENTE.

Per concludere due consigli:

  1. Diffidate dei consigli di chi vi propone metodi alternativi NON esenti da rischi che vi dice : ” HO SEMPRE FATTO COSI’ “ . A cui rispondo ” E VI è SEMPRE ANDATA BENE……….PER ORA 
  2. Chiedetevi sempre quanto vale la vostra salute e se vale la pena rischiare 😉



Peperoncini sott’olio OrtoPiccante 

Eccovi una ricetta per realizzare dei peperoncini sott’olio seguendo i criteri si sicurezza alimentare forniti dall’ ISS. La ricetta può essere usata per diverse cultivar di peperoncino, dal poco piccante al superhot.

Ingredienti :

– Mix di peperoncini (Jalapeño,  Caienna,  Thai lemon e qualche  Bhutlah red)  i super  hot sono stati aggiunti per rendere il preparato più piccante.

– Olio Extravergine di oliva

– Sale grosso

– Aceto di vino bianco

– Aglio

– Acido citrico alimentare

– Vasetti di vetro e capsule nuove

– Presselli uno per ogni vasetto
Procedimento :
– Lavare in acqua e acido citrico i peperoncini rimuovere il picciolo

– Affettarli a rondelle

– Mettere in una pentola una soluzione di acqua e aceto al 50% (nella mia pentola ho messo 1 litro d’acqua e uno di aceto) e portare ad ebollizione.

– Aggiungere i peperoncini e farli sbollentare per non più di un paio di minuti per non renderli troppo molli e successivamente toglierli usando una schiumarola lasciandoli sgocciolare per bene.

– Inserirli in uno scolapasta facendoli saltare così rimuovete una parte dei semi e l’acqua di cottura  residua

– Inserire uno strofinaccio pulito all’interno di uno scolapasta inserito a sua volta in una ciotola per raccogliere i liquidi che rilasceranno o peperoncini

– Mettere i peperoncini all’interno a strati e dopo ogni strato aggiungere del sale grosso

– Ultimati i peperoncini innaffiare con un po’ di  aceto di vino bianco

– Richiudere lo strofinaccio su se stesso e posizionare sopra un piattino con un peso. (Io ho messo due pacchetti di zucchero da 1kg cd)

– Attendere 24 ore dopodiché riaprire lo strofinaccio  e mescolare i peperoncini con un cucchiaio e aggiungere dell’altro sale per far uscire ulteriore liquido di vegetazione.

– Richiudere e riposizionare il peso per altre 24 ore

– Trascorse le ultime  24 ore rimuovere lo strofinaccio lasciando i peperoncini all’interno dello scolapasta  e farli saltare,  mettendosi nel lavandino, per rimuovere ulteriori semi e il sale residuo.

– Inserire i peperoncini dentro i vasetti di vetro precedentemente sterilizzati in forno a 180 gradi per 20 minuti e lasciati raffreddare.

– Insieme ai peperoncini inserire l’aglio tagliato a rondelle che oltre a dare ulteriore sapore è anche batteriostatico

– Una volta riempiti i vasetti con i peperoncini è il momento dell’olio EVO.

– Riempire i vasetti fino a mezzo centimetro dal bordo facendo scendere  l’olio a filo ed eliminare tutta l’aria.

– Inserire il pressello e premere per facilitare lo spurgo dell’aria residua che può esser rimasta

– Chiudere i vasetti con la capsula ma non in maniera ermetica per 24 ore per permettere la fuoriuscita completa dell’aria.

– Trascorse le 24 ore chiudere ermeticamente i vasetti e procedere alla pastorizzazione mediante bollitura  dei vasetti in acqua 100° C per 40 minuti . conservare al buio e consumare almeno dopo due  mesi per permettere all’olio di insaporirsi per bene
Questo procedura se eseguita  correttamente riduce drasticamente rischi alimentari. La certezza al 100% la si ha se la pastorizzazione avviene in pentola a pressione per 10 minuti  che,  raggiungendo la pressione di 2 atmosfere, arrivano ai 121°C che sono la temperatura di distruzione delle spore botuliniche. Oppure se  il prodotto viene usato come condimento cotto in padella per qualche minuto prima del consumo.




Salsa Tabasco? Si, ma di SuperHot

Quella che vi presento stasera è la mia ricetta per la realizzazione di una salsa simil Tabasco che ho messo appunto unendo due tecniche estrattive,volte ad accorciare i tempi di realizzazione di questo tipo di salsa, che come ben sapete, necessità di un tempo assai lungo per essere pronta. Si parla anche di tre anni nella ricetta originale.

Questa ricetta non pretende di essere come quella originale, ma  il risultato ottenuto non ha nulla da invidiare . Premetto che anzichè aver utilizzato i Tabasco ,che è un peperoncino  della specie Capsicum Frutescens, ho usato dei peperoncini SuperHot della specie  Capsicum Chinense . Questo conferirà alla salsa  un notevole piccantezza. Detto questo nessuno vi vieta di usare altri peperoncini e realizzare un versione  più umana rispetto alla mia 🙂

Veniamo gli ingredienti e alla preparazione. Buon proseguimento.

Ingredienti:

  • 700 gr di peperoncini superhot  misti rossi in questo caso ( io ho usato : Moruga satan, Bhut jolokia red, Fatalii jigsaw, Carolina reaper)
  • 1 litro aceto di mele
  • 2cucchiai di sale  grosso affumicato

Materiale occorrente:

  • Pentola a pressione
  • Colino
  • Fermentatore munito di gorgogliatore
  • Tagliere e coltello
  • Utensili da cucina

Preparazione:

  1. Lavare e privare del picciolo i peperoncini
  2. Tagliare grossolanamente i peperoncini e metterli nella pentola a pressione
  3. Aggiungere l’aceto e  il sale affumicato
  4. Chiudere la pentola e metterla sul fuoco a fiamma alta
  5. Appena la pentola comincia a fischiare abbassare la fiamma al minimo
  6. Cuocere per 2 minuti
  7. Trascorsi i due minuti spegnere la fiamma e attendere che si raffreddi la pentola e venga sfiatata la pressione residua. (potete anche sollevare la valvolina di sicurezza , ma sappiate che in quel caso è meglio portare la pentola all’esterno dato che  i vapori saranno carichi di capsaicina e la vostra cucina si trasformerebbe in una camera a gas lacrimogeno.
  8. Una volta raffreddata potete aprire  la pentola in tutta sicurezza.
  9. Frullate con frullatore ad  immersione i peperoncini superhot 
  10. Buttate il frullatore ad immersione  🙂
  11. Setacciare le parti solide (semi e bucce rimaste) con l’ausilio di un colino a maglie strette 
  12. Una volta filtrato il composto mettetelo all’interno del vostro fermentatore
  13. Chiudete  il fermentatore e riempite il gorgogliatore con alcool etilico alimentare (questo permetterà ai gas di fermentazione di uscire e non farà entrare aria all’interno mantenendo il più sterile possibile il  processo da agenti patogeni) 
  14. Lasciate fermentare per 7/10 gg in ambiente fresco e buio
  15. Trascorso tale periodo il Tabasco puo’ essere consumato o messo in botte di rovere per  la successiva stagionatura.

AVVERTENZE

  1. Areate il locale durante la cottura
  2. Utilizzate mascherina e guanti in NITRILE, non lattice, durante  il taglio e la manipolazione dei peperoncini tagliati
  3. Prestate la massima pulizia degli utensili utilizzati e sterilizzate il fermentatore con il Metabisolfito di Potassio. (utilizzato in enologia o per sterilizzare gli strumenti per produrre birra in casa)

Mi auguro che sia tutto chiaro, nel caso di dubbi non esitate a commentare.  Se vi è piaciuta la mia ricetta e ne volete delle altre mettete un Mi Piace alla mia pagina QUI

Grazie da OrtoPiccante




Salsa Fatalee Ortopiccante

Questa salsa nasce qualche anno fa da un’idea di un carissimo amico svizzero di nome Mich. Ho fatto delle variazioni dei pesi e ingredienti alla ricetta originale rivisitandola, ma mantenendo come base fatalii, peperoni e ananas .

Ingradienti:

1 kg  di peperoni gialli

650 gr carote

500 gr di Fatalii maturi

700 gr ananas

400 gr cipolla rossa

200 gr scalogno 

500 ml aceto di mele

200 ml olio EVO

2 cucchiaini di pepe nero macinato

6 cucchiai di zucchero di canna

Succo di due limoni

400 ml di aceto balsamico

1 rametto di rosmarino

sale q.b.

 

Preparazione:

Fare soffriggere nell’olio EVO lo scalogno, le cipolle lavate e tagliate a pezzi con un rametto di rosmarino. Aggiungere le carote e continuare la cottura.

Lavare aprire e privare della placenta i peperoni gialli e successivamente tagliarli a piccoli pezzi

Una volta appassite le cipolle, lo scalogno e diventate morbide le carote, aggiungere i peperoni e il succo di limone cuocere per una decina di minuti.

Aggiungere l’ananas tagliato a pezzi anch’esso,lo zucchero di canna, l’aceto di mele, 1 cucchiaino colmo di sale e cuocere per altri 30 minuti mescolando ogni tanto.

Una volta che tutti gli ingredienti saranno cotti, e quindi diventati morbidi, frullare con frullatore ad immersione l’intera massa.

Questo e il momento di aggiustare di sale qualora manchi, perchè successivamente verranno introdotti i Fatalii e la percezione di sapidità potrebbe essere falsata dalla piccantezza.

Lavare e privare dei piccioli i fatalii, e tritarli con un tritaverdure elettrico. I semi potete lasciarli, se non vi servono per la semina successiva 😉 , tanto poi la salsa verrà setacciata e quindi verranno via con minor perdita di tempo.

Aggiungete i Fatalii tritati nella pentola con la massa in cottura.

Mescolate e proseguite la cottura per altri 30 minuti.

Una volta terminata la cottura lasciare raffreddare (Io la lascio “maturare” 24 ore in pentola così oltre a raffreddarsi si uniformano i sapori). Setacciare con un setaccio o un colino e rimettere in pentola. Riportare ad ebollizione e aggiungere 400 ml di aceto balsamico e mescolare.

Preparare i vasetti lavati e asciugati con tappi tipo clik-clak NUOVI ,  invasare a caldo la salsa, chiudere immediatamente  i vasetti.

Una volta raffreddati pastorizzare. Eseguire la pastorizzazione in pentola con acqua, e far cuocere per almeno 40 minuti dall’inizio dell’ebollizione. Spegnere  il fuoco e far raffreddare. Togliere i vasetti dall’acqua controllare l’avvenuto sottovuoto, asciugarli e riporli in luogo fresco e asciutto fino al momento del consumo.




Marmellata di Zucca Piccante

Questa non è una vera e propria ricetta di cucina, ma un “condimento” diverso per antipasti e stuzzichini diversi……
Si accompagna bene in maniera particolare a formaggi stagionati e saporiti.
La preparazione è un po’ laboriosa, ma solo perché, avendo a che fare con lo zucchero io preferisco girarlo in continuazione per non farlo attaccare.

Ingredienti:
600 gr di Zucca Gialla ( la si trova già porzionata, se è di più o di meno aumentate o diminuite lo zucchero)
400 gr di zucchero
1 limone (sia spremuto che la buccia grattugiata)
Cannella 1 pizzico ( non me dite a quanto corrisponde, fate a piacere senza esagerare)
Peperoncino in polvere  mezzo cucchiaino da caffè (potete usare qualsiasi peperoncino e una dose maggiore se siete abituati)  .

Preparazione:
Prendiamo la zucca e togliamo completamente la buccia ed i filamenti , poi tagliamola a cubetti dello spessore max di 1cm (più si riesce a farli piccoli meglio è); mettiamola poi in una casseruola spremiamoci il limone e grattugiamone la buccia, aggiungere la cannella e metà dello zucchero, mescoliamo bene e lasciamo a macerare per ALMENO 12 ore anche in frigo.

Schiacciare con una forchetta grossolanamente i cubetti e mettere in cottura a fuoco basso ed aggiungere lo zucchero restante, mescolando frequentemente, aggiungere il peperoncino e continuare a mescolare, appena il composto inizia a diventare cremoso, frullare il tutto con un mixer in modo da triturare completamente tutti i cubetti e continuare la cottura per 10-15 minuti.

Nel frattempo avremmo pulito e possibilmente bollito alcuni vasetti in vetro, devono essere ben asciutti, a cottura finita, con il composto ancora caldo, iniziare a metterlo nei vasetti una prima cucchiaiata per scaldare il vasetto poi riempirli fino sotto il bordo, pulire bene da eventuali sgocciolamenti e chiudere il coperchio, capovolgere e lasciare freddare in questa posizione ( in modo da creare il vuoto d‘aria).

Questa ricetta l’ho realizzata più volte nell’arco degli anni ed è veramente eccellente, la trovai anni fa  su un forum di cui non ricordo il nome, se qualcuno lo trova  me lo comunichi che aggiungo la fonte. Grazie!




Suggerimenti & Consigli

In questo post potete interagire dandomi suggerimenti e consigli su cosa potrei integrare o migliorare in questo blog appena nato. Ringrazio anticipatamente a chi collaborerà.




Jalapenho Corn

Jalapeño CORN
Ingredienti :
Jalapenho
Ingredienti PER LA pastella
Farina di mais 150g
Farina tipo00 65g
Uova 1
Latte fresco200g
Bicarbonato 5g
Zucchero semolato15g
Paprika dolce 1g
Sale  4 g
Per il ripieno:
Prosciutto cotto
Mozzarella
Preparazione
Per preparare i Jalapeño corn iniziate dalla preparazione della pastella. In una ciotola capiente versate la farina di mais e la farina 00. Unite anche il sale e lo zucchero.
Poi versate il bicarbonato e la paprika.  Ora prendete una frusta a mano e cominciate ad amalgamare gli ingredienti mentre unite poco alla volta il latte a temperatura ambiente.
Aggiungete un uovo e continuate a frustare fino ad ottenere un composto privo di grumi ed abbastanza denso. Versate la pastella in un recipiente cilindrico dai bordi alti e tenetela da parte.
Tagliate a striscioline o dadini il prosciutto cotto e unite la mozzarella tagliata a dadini.  Una volta svuotati gli Jalapeño procedete a riempirli con questo composto con l’utilizzo di un cucchiaino o con le mani.
Infilzate la parte non tagliata dello Jalapeño  con lo spiedino o le stecche tipo ghiaccioli (le trovate su Amazon)  . Ripetete l’operazione per tutti i peperoncini . Quindi passateli nella farina avendo cura di ricoprire interamente la superficie e poi immergetelo nella pastella precedentemente preparata . Lasciate scolare leggermente la pastella in eccesso,e immergeteli uno per volta nell’olio di semi , precedentemente scaldato e portato alla temperatura di 170° (aiutatevi con un termometro da cucina per raggiungere la temperatura esatta) .
Friggete ciascun pezzo per circa 3-4 minuti fino a quando non sarà ben dorato. Posizionate i Jalapeño corn su un foglio di carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso,  quindi serviteli ancora caldi. Io li ho realizzati anche con un ripieno di carne trita di manzo e cipolla fatti andare come si il chili, ma senza sugo.
Vi lascio liberi di darmi nuovi suggerimenti per il ripieno. Bene ora odiatemi pure 😀



Guida alla coltivazione user frendly

Per cominciare a muovere  i primi passi nella coltivazione del peperoncino piccante, cosa c’è di meglio di una guida user frendly scritta da  un grandissimo amico e appassionato di peperoncini?

La risposta è niente ! Quella che  vi linko di seguito è una guida, in formato pdf, per il peppercoltivatore neofita scritta da Adriano Campoli, amico e socio AISPES.

Guida al peppercoltivatore di razza

Buona lettura!




Fare le Auxine in casa

L’auxina esercita una vasta gamma di effetti sull’accrescimento e sulla morfogenesi vegetale, già Darwin nel 1800 ne aveva avuto la

prova della loro esistenza, grazie ai suoi esperimenti incentrati principalmente sulla dominanza apicale.

Qui vorrei porre l’attenzione solo su alcuni di essi ed in particolare:

  • Stimolazione della distensione cellulare in fusti e coleoptili
  • Aumento dell’estensibilità della parete cellulare nei coleoptili e nei giovani fusti in via di sviluppo
  • Regolazione dell’accrescimento nelle radici e nelle foglie
  • Regolazione dello sviluppo dei frutti

 

Girando in rete ho trovato un po’ di materiale (in lingua spagnola) su come prodursi in casa un ‘ormone radicante’ a partire dalle lenticchie.
In sostanza si prende 1 tazza di lenticchie secche e si mettono in ammollo con 4 tazze di acqua non clorata.
È importante rispettare questa proporzione lenticchie/acqua per avere una buona percentuale di germinazione.
Lasciare a bagno pe 7/8 ore poi scolare sommariamente l’acqua e conservarla in frigorifero per non farla marcire.

Si copre il vaso con le lenticchie per  tenerlo al buio e lo riponiamo in un luogo caldo.
Dopo 3 giorni la maggior parte di esse saranno germinate e con una radichetta di qualche centimetro.
In questa fase le lenticchie produrranno molte auxine, essenziali affinché possa avvenire l’accrescimento della pianta. Riaggiungiamo l’acqua scolata e  attendiamo ancora un giorno,  quindi andremo a sfruttare le auxine che si sono naturalmente formate. Dobbiamo quindi frullare le lenticchie germinate insieme all’acqua in cui sono immerse e poi andremo a filtrare il composto.

Quello che otterremo è una sorta di ‘latte’ pieno di auxine. Il liquido può essere diluito 1 a 3 o 1 a 5  con  acqua e usato come ormone radicante per fare le talee.
Ora però dalla teoria sappiamo che le auxine non servono solo per far mettere le radici alle talee ma come detto sopra, tra le altre funzioni, svolgono anche quella di accrescimento della pianta e dei suoi frutti. Diciamo che è l’equivalente, per certi aspetti, dell’ormone della crescita umano.

Per cui non mi sono accontentato di usarlo come radicante, ma diluendolo 1 a 5 o 1 a 10 sempre con acqua, l’ho usato come stimolante della crescita. In particolare diluita 1 a 10 per via fogliare ( possibilmente dato sulla pagina inferiore delle foglie che assorbono un 40% in più rispetto alla pagina superiore) invece la diluzione 1 a 5 è più indicata per darlo in fertirrigazione  una volta ogni 15-20 giorni.

I risultati sono stati straordinari, l’ho usato mentre le piante stavano mettendo i fiori e mi ritrovo con molti pomodori che presentano fiori doppi, indice di produzioni abbondanti. L’unico consiglio è rispettare le dosi e se si usa la strategia fogliare, far si che l’irrorazione avvenga verso il tramonto in modo che le foglie non patiscano  poi i raggi diretti del sole forte.